venerdì 5 ottobre 2012

Come scrivere un libro

notte   Il mondo ora tace, dorme. Mi piacerebbe pensare che sono sveglio per seguire l’esempio di Karl Kraus quando scriveva “la stupidità dorme, io vado al lavoro”, ma no, non è per quello. Non dormo semplicemente perché non ho sonno.
   Quindi tanto vale rendermi utile e darti qualche dritta. Si a te, ce l'ho con te futuro artista. Perché saper scrivere è un'arte e chi scrive di conseguenza è un artista. O no?
   Allora, arriviamo al dunque. Ho letto da qualche parte che per fare un bel libro bisogna “entrare nelle viscere” di chi legge. Immagino che sia una questione di armonie, stile, parole, suspense e chissà quante altre cose, forse troppo complicate per me. Ma magari non per te. Quindi segui, che la cosa si fa interessante.
   Leopardi scrive “Mancare assolutamente di sistema (qualunque esso sia), è lo stesso che mancare di un ordine di una connessione d’idee, e quindi senza sistema, non vi può esser discorso sopra veruna cosa” [949, Zibaldone]. Sistema, ordine, non caos, non disordine. Si entra nelle viscere attraverso un metodo, una strategia. Prima si pensa a come disporre il pezzo sulla scacchiera, poi si muove. Prima si pensa a fare la guerra, poi la si fa.
   Dunque strategia. Per entrare nelle viscere di chi legge ci vuole una strategia, bisogna portarlo dove si vuole fin dall'inizio. Che atroce pensare che tanti scrittori abbiano premeditato di fregare i loro lettori. E da quella fregatura ci guadagnano pure dei soldi, se non è un’assurdità questa, dove la si deve cercare? Quindi, sì alle armonie, sì allo stile, ecc, ma tutto con una strategia, con un metodo, con un sistema come consiglia Leopardi. Non si pensa solo alla storia, non si pensa solo a come scriverla, non si pensa solo a scriverla bene, bisogna scriverla avendo bene in testa dove si vuole condurre il lettore.
   Ed è proprio questo che dovrebbe creare la “dipendenza” dalla storia. Anzi, ne sono sicuro, è così. A questo punto mi viene il sospetto che sia esattamente così anche nei sentimenti. Sì la creatività, sì l’istinto, ma non siamo tutti più o meno machiavellici?

1 commento:

  1. Ciao, ti ho trovato su twitter e ne sono felice, pensavo di leggere un libro questa sera, invece leggo te :)

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