sabato 13 ottobre 2012

Uno dei tanti (3)

tempo, vita   La storia di oggi è quella di Roberto. Padre di due figli e sposato con una donna che gli è sempre stata vicino. Operaio da sempre, vittima del suo destino da poco. Due ore circa.
   La sua cartella clinica non è incoraggiante e le mani in cui ha messo la sua vita non sono proprio le migliori. Dottori che di pazienti ne vedono molti, per loro Roberto non è che uno dei tanti. 
   Quaranta sono gli anni vissuti, almeno altrettanti quelli che la sua visione ottimistica gli voleva ancora far vivere. Due sono quelli che gli presenta la cruda realtà. Ci sarebbero cure da poter sperimentare, ma niente è assicurato. Roberto non ha scampo.
   La visione della vita in queste circostanze ti cambia in modo netto e radicale. Pensi e capisci di quanto tempo hai perso, di quante cose hai rimandato dicendo per ora, per un po', per il momento. Tutti periodi di tempo indecifrabili che iniziano quando li pronunciamo ma che non hanno una fine, molte volte è per pigrizia di non volerci pensare, altre invece è per mancanza di coraggio, di aver paura di un qualche sconvolgimento che turbi il proprio stato di equilibrio. 
   Ma Roberto non ci crede. Si sente bene e domani andrà a lavoro. Passerà, dice.
   Passano invece sei mesi. Bastano quelli per fargli cambiare idea. La situazione è precipitata tutta insieme. Il treno di Roberto si ferma qui. Medici e famigliari sono intorno a lui, pensando a come sia arrivato al capolinea, così in fretta, in una stazione buia con un treno senza freni, andando avanti senza potersi fermare mai, senza fare tappe o soste nei piaceri della vita. Quaranta anni fa gli è stato consegnato, a sua insaputa, un treno veloce, uno di quelli che non si ferma davanti a niente, che calpesta sentimenti, che t'inganna, che ti fa viaggiare in prima classe e poi sul più bello ti fa scendere. Il suo compito era solo quello di arrivare a fine corsa, prendere un'altra vita e ripartire per viaggi più o meno lunghi. Quelli poi, sono solo particolari.
   Questa è la storia di uno di noi, che ha capito troppo tardi il senso della vita. Moglie e bambini piangono. I medici discutono per chi, il giorno seguente, dovrà spiegare al paziente di domani di non rimandare i suoi impegni per più di sei mesi. 
   Il ragazzo ha poco più di vent'anni. Va' all'università e pensa a cosa fare da grande.
   Bella la vita.

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