giovedì 4 ottobre 2012

Splash


penna, blog, scritturaSplash. Funziona sempre così: ti butti di testa, senza pensarci più di tanto. Cominci con aprire un blog e senza neanche accorgertene ti trovi a reputare interessante qualsiasi cosa ti passi per la testa. Cominci a scrivere di quello che mangi e di come va mangiato. Di quanto ha piovuto. Della tipa che ti ha sorriso. Di come quel colloquio ti ha messo ansia, ma poi alla fine ce l'hai fatta. Che vorresti una vacanza. Che hai finito le sigarette. La donna che vorresti, la musica che ascolti.  Poi ti prende la sindrome del sociale. Ti improvvisi politico, teologo, antropologo, animalista, sessuologo, ecologista, vegetariano, antisemita. Inventi fenomeni a cui dai tu stesso il nome, proponi modelli di vita, vomiti punti di vista. Alzi i toni mentre scrivi di crisi economiche, guerre, primi ministri. Poi sdrammatizzi con battute, parodie, riferimenti cinematografici, satira domestica. Dici che il mondo è un posto sporco. Pubblichi foto di polli senza ali, volpi imbalsamate, cuccioli abbandonati. Bambini morti di fame. Poi diventi malinconico. Ti siedi in riva al mare e scatti foto in bianco e nero ai paesaggi, ai gabbiani, al tuo cane che rincorre la palla. Alla tua chitarra. Alle tue scarpe sporche. Poi torni a casa e le aggiungi al tuo blog. Crei album con titoli che evocano nostalgia di nulla di definito. Scrivi in inglese perché la tua lingua non la senti efficace. Dici che andrai all'estero perché nel tuo paese non vedi prospettive. Parti entusiasta e torni più drogato di prima, ma convinto che tutti dovrebbero fare come te. Che tutti dovrebbero volare via e conoscere gente nuova.  
   E all'improvviso non scrivi più come prima.
   Non dai più fiato alla bocca. Ragioni diversamente. Ti senti superiore. Leggi cose che un tempo avresti criticato apertamente, ma rimani in silenzio. Non intervieni nelle discussioni, non pubblichi più foto. T'inorridisci sentendo di dittature immorali, scandali politici, truffe dello stato, ma ti contieni. Scrivi poche parole. Commenti mirati.
   Hai aperto la mente. Non hai bisogno di nuotare di nuovo nella pozza degli indignati. Con buona parte di loro non ti va più di confrontarti, non senti di trarne alcun beneficio. Spesso ti infastidiscono. Ormai non sei più come loro. Non sei la stessa persona che aveva aperto il blog. Non auguri una generica buonanotte al mondo, ora il mondo lo schifi davvero.
   Ti pesa sullo stomaco come un ammasso di merda che prima o poi speri di riuscire ad espellere nel bagno di un pub. Di solito.
   Di solito va così. Ma non è una certezza assoluta, quindi io intanto parto. Voi seguitemi. Magari invece di un pub sarà un lussuoso ristorante in centro, e lì si che ci sarà da divertirsi.

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